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Quanto l’Epifania significhi per il Friuli Venezia Giulia ha forse quasi poco senso parlarne. Lo senti nell’aria, in quella sensazione di un cerchio che si chiude. Le feste si concludono con quella che è la vera ricorrenza tradizionale e così la nostra regione si regala sotto l’albero la notte magica dell’Epifania.

Le correnti di pensiero

Ci sono due grandi scuole di pensiero. La prima sostiene che l’Epifania si festeggi la sera del 5 gennaio, la seconda il 6. E la classica rappresentazione di tutto ciò la si ha a partire da quando i vari paesini decidono di festeggiarla. Eggià, perché tra il 5 ed il 6 gennaio, è tutto un fiorire di fuochi che si inerpicano verso il cielo, di congetture su che anno sarà in base alla direzione del vento. Ti ritrovi, in questi giorni, davanti a cataste di fogliame sparso, di ramaglie secche. Ed il fuoco pronto ad ardere queste pile di legno, scacciando il vecchio anno e facendo luce sul nuovo.

I nomi

Dato che ogni paese ha la sua tradizione, nemmeno sul nome si riesce ad andare d’accordo. C’è chi lo chiama Pignarûl, chi Foghere, chi ancora Femenates. Per chiudere, non bastasse, con Pan e vin. E gran parte di questi nomi si differenziano per una vocale, per un accento o chissà che altro. Questo a sottolineare che le tradizioni si fortificano e si declinano paese per paese, chilometro per chilometro.

Le feste

Di queste grandi feste, ce ne sono alcune di davvero antiche e rappresentative. Iniziamo dalla sera del 5 gennaio. Se a Forni di Sopra una Befana si cala dal campanile, a Nimis si pensa già al carnevale. Protagonista è infatti il Pust (in sloveno, appunto, carnevale) che viene idealmente liberato dalla prigionia che l’ha tenuto in catene durante l’anno. Paularo e Arta Terme bruciano la Fèmenate, mentre Ariis e Sesto al Reghena si immergono nelle profondità marine. Con una cerimonia subacquea nel secondo caso, ed un falò sul fiume Stella nel primo.

Che dire allora di Grado, dal cui mare arrivano le streghe, le Varvuole, a rapire bambini, solcando le onde con barche di vetro? Non meno d’impatto i festeggiamenti del 6 gennaio, giorno dell’Epifania. Con il celebre Pignarûl Grant a Tarcento, simbolo principe del rito in Friuli. O la festa della Cabossa, imperdibile per chi si trova dalle parti di Aquileia. Per chi non ha sprezzo del freddo, una camminata a Sella Nevea con la Fiaccolata della befana sul monte Canin è quel che ci vuole.

E come dimenticare, tra tutte queste ricorrenze, la magica Epifania del Tallero di scena a Gemona del Friuli. Immersa in piena atmosfera medievale, viene rievocato l’antico rito della consegna del dono (un tallero d’argento) della Comunità alla Chiesa.

O ancora: l’elmo e l’evangelario, a simboleggiare il potere di natura militare, civile e spirituale, dato dall’Imperatore al Patriarca sulla Patria del Friuli. Questa suggestiva cerimonia si svolge a Cividale del Friuli, ed è denominata Messa dello Spadone.

Preso tutti gli appunti del caso? Che abbiate deciso di festeggiare la Befana il 5 o il 6, poco importa. Vi abbiamo dato qualche spunto su tutto ciò che la nostra Regione ha da offrire in quei magnifici giorni. E quindi, dopo tutte le nostre indicazioni, dove passerete l’Epifania?

Scopri il programma dei Pignarul in FVG

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5 gennaio 2020

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