C’è chi la cucina la vive come mestiere, e chi come passione. E poi ci sono storie in cui le due cose si intrecciano, dando vita a percorsi autentici, fatti di gusto, semplicità e attenzione ai dettagli. Quella di Marco Meschini è una di queste: un racconto che parte da lontano e si nutre di ricordi, esperienze e sapori che non si dimenticano.
Raccontaci un po’ di te
Mi definirei estremamente timido, introverso e procrastinatore seriale. Al di fuori dei social sono così: casa, lavoro, casa, lavoro. E va bene così.
Hai un hobby o un interesse che non tutti conoscono?
Ho un unico hobby che tutti conoscono bene: il calcio. Tifo Lazio da sempre, per sempre.
C’è un aneddoto divertente o significativo che ti è capitato grazie alla tua carriera da creator?
I social mi hanno permesso di realizzare sogni che prima potevo solo immaginare. Quando ero ancora in cucina… Dio benedica i social!
Raccontaci un ricordo, una sensazione o un fatto legato al Prosciutto di San Daniele
Da giugno a settembre, il mio pranzo è sempre lo stesso: pizza bianca, Prosciutto di San Daniele, mozzarella e fichi.
Se il Prosciutto di San Daniele fosse la colonna sonora della tua vita, quale canzone sarebbe?
A te, di Jovanotti.
C’è un momento della giornata o dell’anno in cui preferisci gustarlo?
D’estate perché è fresco, buono, saporito, dolce e non troppo pesante. Col caldo romano è il pranzo perfetto.
Qual è il tuo abbinamento preferito con il Prosciutto di San Daniele?
Fichi, fichi e ancora fichi.
Se potessi gustarlo con una persona famosa, chi sceglieresti e perché?
Con Enrico Brignano. È uno dei miei comici preferiti. Non c’è niente di più bello che mangiare bene in compagnia, ridendo.
Come descriveresti il Prosciutto di San Daniele a chi non l’ha mai provato?
Immagina di essere un bambino al luna park che mangia lo zucchero filato, ma in versione salata, con quella sensazione di scioglievolezza e delicatezza. Uno spettacolo.