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Tra le colline friulane, oltre al Prosciutto di San Daniele, nell’omonima città si trova un altro gioiello: l’antica Biblioteca Guarneriana.

Al giorno d’oggi, se diciamo la parola ‘biblioteca’, indichiamo solitamente un luogo dove i libri sono conservati e catalogati per poter essere messi a disposizione di un grande numero di persone interessate. Riconosciamo così alle biblioteche una funzione pubblica.

Non è sempre stato così: nel ‘400 in Italia le biblioteche erano ancora, più che altro, collezioni private di pertinenza di un singolo, di una famiglia oppure di gruppi sociali specifici, religiosi o universitari.
L’idea che una biblioteca potesse essere aperta e gestita dalla propria comunità di riferimento non era affatto ovvia ma fu proprio questa l’intuizione che realizzò Guarnerio d’Artegna, arciprete-pievano di San Daniele del Friuli


Il lascito di Guarniero

Guarnerio d’Artegna, friulano d’origine, era nato nel 1410 e si era formato a Roma, partecipando alla vita della Curia romana e avviandosi alla carriera religiosa. Tornato in Friuli, prima di assumere importanti incarichi per il Patriarcato d’Aquileia, si occupò in prima persona di copiare molti manoscritti.

Quando si trasferì a San Daniele come pievano organizzò in casa sua uno scriptorium, un centro di copiatura di testi cui parteciparono molti copisti rinomati. L’8 ottobre 1466, due giorni prima di morire, Guarnerio dettò il suo testamento legando la sua biblioteca alla chiesa di San Michele e indicando le norme per la conservazione dei libri.

Donò quindi “tutti li suoi libri che si ritrovava havere con obligo alla Chiesa di far fabricare in loco honesto et condecente una libraria et in quella tutti l’istessi libri ponere, con sue catene ligati, et ivi conservarli per uso dell’istessa Chiesa et che non siano mai levati di detta libraria per accomodar altri.” Poi aggiunse la nota fondamentale che rendeva pubblica la biblioteca: “Et se alcuno volesse sopra detti libri legere o studiare et al Consilio et Comunità piacesse, possa sopra detti libri e nell’istessa libraria e non altrove legere et studiare con licenza del Consiglio et Comunità di San Daniele.” 


La nascita della biblioteca

Il 10 di ottobre 1466, alla morte di Guarnerio, nacque la Biblioteca Guarneriana. Inizialmente contava una collezione di 172 manoscritti in lingua latina: una delle prime biblioteche pubbliche di Italia.
Proprio per la sua natura pubblica legata alla comunità locale venne frequentata da molti intellettuali, che, a loro volta, decisero di donare le loro collezioni alla biblioteca. Così la Guarneriana continuò a incrementare nei secoli il suo straordinario patrimonio culturale.


La raccolta

Tra i manoscritti più antichi, il più prestigioso è la cosiddetta Bibbia Bizantina. Il codice presenta un alone di mistero per quanto concerne la sua provenienza e le cui miniature costituiscono un’interessante commistione tra elementi occidentali e levantini. Altri codici, invece, contengono opere di umanisti e di autori greci e latini. La raccolta si arricchì nel 1736 grazie alla donazione di monsignor Giusto Fontanini che lasciò anche i mezzi necessari alla realizzazione di una libreria lignea. Il lascito Fontanini comprendeva fra l’altro un codice contenente l’Inferno dantesco. Nel 1749 fu acquistato dalla comunità sandanielese un codice contenente Il CanzoniereI Trionfi del Petrarca. Il catalogo completo degli incunaboli.


Curiosità

Nel 1797, durante il periodo napoleonico, furono sottratti alcuni codici per ordine del commissario francese Gaspare Monge. Solo l’abilità del bibliotecario nel fingersi smemorato limitò il danno. La Biblioteca Guarneriana di San Daniele fu visitata da illustri personaggi come FoscoloNievo e Carducci. Inoltre, passò pressoché indenne tra i due conflitti mondiali grazie alle precauzioni prese da parte dell’Amministrazione competente. Nei suoi locali sono conservati l’Archivio Storico Comunale e quello dell’antico Ospedale di Sant’Antonio. Come consultare la biblioteca.


Visite alla Biblioteca

Per visite guidate e informazioni:

Biblioteca Guarneriana
Via Roma n. 10
Tel. 0432 946560 – Sito web

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