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Possono le future mamme mangiare il prosciutto crudo di San Daniele in gravidanza? Tra le tante domande che ci vengono poste, questa è certamente una delle più frequenti e la risposta è una sola: sì. Gli accorgimenti da prendere durante i nove mesi di attesa ovviamente ci sono, ma il prosciutto crudo non è un alimento da evitare durante la gravidanza. In particolare, il San Daniele DOP è un prodotto sottoposto a continui controlli, dalla materia prima al prodotto finale, ottenuto mediante un processo di stagionatura lungo almeno 13 mesi, che scongiura il pericolo di proliferazione di agenti patogeni responsabili di malattie potenzialmente pericolose per il feto, come la toxoplasmosi.

Vediamo dunque, nel dettaglio, perché il prosciutto crudo di San Daniele DOP è un alimento sicuro, che si può mangiare anche in gravidanza.

Un prodotto sicuro

Alla base del lavoro che facciamo ogni giorno c’è la sicurezza. Dietro alla produzione del prosciutto di San Daniele, infatti, c’è un rigoroso dispositivo normativo, che protegge il prodotto da possibili contraffazioni e allo stesso tempo ne garantisce la qualità e la sicurezza alimentare.

La lavorazione di ogni singola coscia di suino, quindi, deve seguire una serie di rigide regole, riportate in uno specifico documento, il Disciplinare di produzione, la cui applicazione viene certificata dall’Organo di Controllo indipendente IFCQ Certificazioni. A sua volta vigilato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Per chiamarsi “San Daniele”, un prosciutto deve perciò essere stato prodotto secondo prescrizioni rigorose, che includono anche il rispetto di elevati standard igienico-sanitari. Quest’ultimo aspetto si traduce in una costante procedura di controllo, che coinvolge l’intera filiera produttiva. Dagli allevamenti ai macelli, fino ai 31 prosciuttifici consorziati, gli unici nei quali si produce il San Daniele DOP

I controlli sulla filiera produttiva del San Daniele

I controlli sono tanti non solo sul prosciutto stagionato ma anche sulla materia prima e gli alimenti dati ai suini. Sono effettuati check preventivi anche degli ambienti di lavorazione nei 3.641 allevamenti autorizzati e nei 54 macelli che compongono la filiera produttiva. Queste strutture sono tutte ubicate esclusivamente in Italia, precisamente in 10 regioni del Nord e del Centro Italia. I controlli sono eseguiti per garantire il mantenimento di un alto livello di pulizia e sanificazione degli ambienti di lavoro.

Nonchè per scongiurare la presenza al loro interno di animali infestanti (ad esempio insetti e roditori), come peraltro prescritto sulla normativa igienico sanitaria in vigore, che allevamenti, macelli e prosciuttifici sono vincolati a seguire.

Il processo produttivo del prosciutto – che dura almeno 13 mesi – di fatto annulla la proliferazione del protozoo Toxoplasma gondii che causa la toxoplasmosi, considerata una malattia pericolosa durante la gravidanza.

Gravidanza, San Daniele Dop e toxoplasmosi: perchè si può

  • La stagionatura prolungata
    Studi condotti in laboratorio hanno dimostrato che il protozoo che causa la toxoplasmosi in presenza di concentrazioni saline del 2% a temperature di refrigerazione si secca dopo 8 ore ( “Effects of time and temperature on the viability of Toxoplasma gondii tissue cysts in enhanced pork loin.” Hill D. E. et al. J. Food Prot. 69 2006). Il prosciutto di San Daniele è ottenuto dalla lavorazione delle cosce suine esclusivamente di origine italiana. A queste viene aggiunto il sale marino come unico ingrediente. Il prosciutto poi rimane per circa 3 mesi in cella frigorifero. Di cui 12-15 giorni, a seconda del peso, sotto sale, a temperature inizialmente comprese tra 0 e 4 °C, e poi al disotto dei 6 °C. La sosta prolungata della coscia suina a temperature di refrigerazione annulla la capacità del protozoo responsabile della toxoplasmosi di mantenere le proprietà infettanti, rendendolo così inoffensivo.
  • La presenza del sale
    Uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità, garantisce la sicurezza di carni salate e stagionate per più di 30 giorni.
    100 gr di prosciutto di San Daniele stagionato minimo 13 mesi ed in commercio a partire dai 15 contengono 4,4 gr di sale. Nel ciclo di produzione l’azione sinergica delle temperature di stoccaggio, unita all’utilizzo del sale e al tempo necessario per la stagionatura rendono dunque il prosciutto crudo un prodotto salubre e sicuro, anche se assunto durante la gravidanza.
  • Le indicazioni del Ministero della Salute
    Il Ministero della Salute, sul suo sito, ha diramato una serie di indicazioni sui cibi da evitare durante il periodo della gravidanza. Qui si sconsiglia l’assunzione di salumi freschi e poco stagionati, in quanto presentano un profilo di rischio simile a quello della carne cruda, il cui consumo può veicolare gli agenti patogeni proprio come il Toxoplasma gondii ed Escherichia coli. Assenti da questa lista, invece, i prodotti stagionati, il cui processo di lavorazione, come abbiamo visto, non permette ai parassiti di proliferare. Via libera dunque per il prosciutto crudo di San Daniele in gravidanza.

Come trattare il prosciutto già acquistato

Non devono però mancare – come sottolinea il sito del Ministero – alcune semplici accortezze, come lavarsi le mani prima e dopo aver toccato alimenti crudi, consumare i cibi preconfezionati deperibili subito dopo l’apertura e mai oltre la data di scadenza e mantenere separati gli alimenti cotti da quelli crudi, onde evitare contaminazioni, che potrebbero essere causa di malattie.

Una volta acquistato, perciò, è necessario conservarlo in maniera adeguata per mantenerlo nelle migliori condizioni. Ecco di seguito alcuni semplici consigli.

  • Hai acquistato un trancio di San Daniele?
    La gestione casalinga del trancio di prosciutto crudo deve avvenire in maniera ineccepibile. Il trancio va conservato in frigo e coperto da pellicola dopo l’apertura delle confezione. Inoltre, al momento del taglio, è importante che l’affettatrice sia ben pulita!
  • Hai acquistato del San Daniele Dop al banco di un supermercato?
    In questo caso, è preferibile rivolgersi a un rivenditore di fiducia, che sappia conservare bene il prosciutto e mantenere in condizioni igieniche adeguate la zona dove lo affetta, e che la stessa affettatrice utilizzata per affettare il prosciutto non sia assolutamente utilizzata per il taglio di carni crude o salumi poco stagionati. Così da evitare fenomeni di contaminazione (cross contamination).
  • Hai acquistato del San Daniele Dop in vaschette?
    Sull’etichetta della confezione compaiono tutte le informazioni relative alla stagionatura del prosciutto. Inoltre, dal 2019, sulle vaschette è presente un QR code che consente al consumatore, attraverso il proprio smartphone, di accedere a una pluralità di informazioni certificate relative al prodotto. Tra queste ci sono il luogo di stagionatura e la data di affettamento.

Quindi: nessuna paura nel mettere in tavola il Prosciutto San Daniele Dop nei nove mesi più dolci che ci siano!

Se hai delle domande o delle semplici curiosità sul prosciutto di San Daniele scrivici, saremo felici di risponderti!

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